Come ripartire dopo sette mesi di assenza nell’edificio scuola? Come ricucire lo strappo improvviso vissuto a Febbraio? Per raccontare ed elaborare le criticità del periodo di quarantena, abbiamo chiesto ai bambini di disegnare e descrivere uno degli aspetti di quel periodo per loro più faticosi.
È emerso allora quanto sia risultato impegnativo indossare la mascherina e certamente il dolore nel non poter vedere dal vivo ed abbracciare amici e parenti, specialmente i cari nonni. Ciascuno poteva rappresentare su un foglio gli sforzi che ha sopportato attraverso parole o disegni. Dopodiché abbiamo chiesto ai ragazzi di strappare il foglio in tanti pezzetti: stupore! “Maestra! Ma perché ci chiedi questo, dopo che abbiamo così faticato per realizzarlo?” “Per mostrarvi una cosa importantissima, che ci insegna l’arte Kintsugi” L’arte Kintsugi, antica arte giapponese, prevede, nel caso in cui un oggetto si rompa, di non gettarlo, ma bensì di ricomporlo unendo i differenti pezzi con colate d’oro! Ciò che potrebbe essere scartato, poiché rotto, viene ricomposto rendendolo prezioso e donandogli nuova vita e nuova importanza. La fatica raccontata dai bambini, allora, si trasforma in un capolavoro. Coi pezzetti dei loro fogli strappati, si sono impegnati a realizzare delle opere d’arte, (corredate di titolo), da destinare all’allestimento di una mostra interna, per adesso visitata dalle insegnanti e dalla Preside della Scuola Sant’Eufemia. Dal ricordo della criticità, attraverso un processo di resilienza, un atto creativo e uno sforzo di divergenza sono nati quadri unici, che noi maestre speriamo rimangano preziosi ai loro autori, per affrontare la contemporaneità e il futuro. Dalle riflessioni dei bambini è emerso lo stupore di fronte a questa tecnica e la consapevolezza che anche ciò che ci affatica, può aiutarci a crescere. Con le loro parole hanno tradotto l’incoraggiamento del Premio Nobel Rita Levi Montalcini: “Non temete i momenti difficili, il meglio viene da lì.” La classe 4 della Scuola S.Eufemia e le insegnanti.
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